Undici morti non bastano (Italian Edition) by Raffaele Malavasi

autore:Raffaele Malavasi [Malavasi, Raffaele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton
pubblicato: 2022-01-07T23:00:00+00:00

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«Certe manfrine potresti risparmiarcele».

Magaldi non batté ciglio. «Se per manfrina intende una tiritera, un’ampollosa ellissi ripetitiva atta a tirare un concetto per le lunghe, le garantisco che non era quello il mio intento, ispettore».

Manzi abbassò il finestrino di due dita, giusto per assaporare una ventata di aria fresca. Non che di freddo non ne avesse sofferto abbastanza. Per tutta la mattina in quel di Sparzi se n’era tolta la voglia con il gelo che proveniva dalle fasce terrazzate, correva lungo strade e sentieri, si annodava alle caviglie e risaliva fino a ghiacciare la schiena, quel gelo che non abbandonava chi proveniva dalla città nemmeno all’interno degli uffici e delle abitazioni, immune ai termosifoni e insensibile alle stufe a pellet. Piuttosto, quello di cui sentiva l’esigenza era il vento nei capelli, che scioglie le meningi e aiuta a riflettere.

«Dobbiamo fare il punto della situazione, non illustrare la storia del paese partendo dall’era glaciale».

«Le volevo solo far notare che nel luogo si sono trovate tracce degli antichi Ligyes, primi abitanti della regione. Quindi le due famiglie di riferimento si sono ramificate in modo da dare luogo a ceppi che tra loro non hanno alcuna parentela, se non remotissima».

«Va bene, va bene, bravo. Però noi ne abbiamo abbastanza degli ultimi ottant’anni, che sono anche troppi. Sta di fatto che abbiamo gli Oneto e i Pareto. Prima che venisse fuori questa faccenda della Costa, la dottoressa Costa, ne avevamo già un bel po’ tra le mani. È un Oneto il proprietario del terreno dove è stato ritrovato il cadavere sepolto. Si contano due Oneto e due Pareto tra le undici vittime del mostro. Sono intestate a vari Pareto e Oneto diverse vie del paese, e addirittura una frazione. Insomma, una predominanza sul territorio che fino a un’ora fa costituiva solo una nota di colore ma che adesso ci deve far riflettere».

Balduzzi intervenne dalla sua postazione posteriore. «Si ricorda, ispettore? La grande diffusione dei due cognomi aveva addirittura fatto dire a certi giornalisti malpensanti che il mostro o i mostri fossero il risultato di orribili incroci tra consanguinei. Come se io andassi con mia cugina o Magaldi con sua zia. Che angóscia».

Manzi lo ricordava bene, era uno dei motivi per cui il sindaco non voleva accostare il nuovo ritrovamento alla vecchia catena di omicidi.

«Al di là di questo», riprese, «dobbiamo capire se e come ciò che mi ha raccontato la giornalista possa incastrarsi con quello su cui indaghiamo noi. Pare che Pareto e Oneto fossero cane e gatto in tempo di guerra e abbiano trasmesso la loro inimicizia ai rispettivi figli e nipoti. Ma alla fine il destino beffardo ci si è messo di mezzo e tra due dei giovani invece della guerra è scoppiato l’amore. Un amore controverso, al punto che la nipote dei Pareto avrebbe tentato il suicidio. Baldù, hai chiamato, te l’hanno confermato? Risulta questo tentato suicidio?»

«Santamaria sta verificando, capo».

«Appena lo sai fammi sapere. Il punto è questo: abbiamo due vicende che sembrano scorrere parallele, ciascuna per la propria strada. Il cadavere

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